MONUMENTO NAZIONALE AL CARABINIERE IN TORINO | Difficile, molto difficile ai nostri giorni riuscire a creare, ad unire, ad edificare tramite il genio e la creatività di un artista. Estremamente facile, troppo semplice e veloce danneggiare opere d'arte, sottrarle irrimediabilmente al pubblico godimento o addirittura cancellarle per sempre perché "colpevoli" di essere testimonianza di una cultura contraria ai "valori" contemporanei. Certo la fatica, l'impegno, la determinazione nel progettare, nel finanziare un'opera d'arte sono o per lo meno potrebbero diventare una importante occasione di coesione all'interno di qualunque associazione e comunità. |
In questo importante frangente storico per l'Associazione Nazionale Carabinieri e per Poirino intendiamo contribuire all'inevitabile confronto sulla costruzione del Monumento al Carabiniere con alcune frasi e aforismi, con l'esperienza della costruzione a Roma del monumento ai caduti di Nassiryia nel Parco Schuster e con un raffronto con quanto accaduto in altre epoche storiche per la costruzione del Monumento al Carabiniere di Torino.
Frasi E Aforismi
I fatti della vita umana, pubblica o privata, sono così intimamente legati all’architettura, che la maggior parte degli osservatori possono ricostruire le nazioni o gli individui in tutta la realtà delle loro abitudini dai resti dei monumenti pubblici o dall’esame delle loro reliquie domestiche.
(Honoré de Balzac)
Ciò che manca molto spesso nell’architettura contemporanea adesso è un legame con la storia e con la geografia.
(Jean Nouvel)
Se la natura fosse stata confortevole, l’umanità non avrebbe mai inventato l’architettura.
(Oscar Wilde)
Un luogo è dotato di qualità quando, in qualche modo appropriato alla persona e alla sua cultura, rende l’individuo consapevole dell’appartenenza ad una comunità, della propria storia, dello svolgersi della vita, e dell’universo spazio-temporale che racchiude tutto ciò.
(Kevin Lynch)
L’architettura è la lotta perenne tra l’uomo e la natura, la lotta per sopraffare la natura, per prenderne possesso. Il primo atto dell’architettura è quello di mettere una pietra sul terreno. Quell’atto trasforma uno stato naturale di natura in uno stato culturale; si tratta di un atto sacro.
(Mario Botta)
(Honoré de Balzac)
Ciò che manca molto spesso nell’architettura contemporanea adesso è un legame con la storia e con la geografia.
(Jean Nouvel)
Se la natura fosse stata confortevole, l’umanità non avrebbe mai inventato l’architettura.
(Oscar Wilde)
Un luogo è dotato di qualità quando, in qualche modo appropriato alla persona e alla sua cultura, rende l’individuo consapevole dell’appartenenza ad una comunità, della propria storia, dello svolgersi della vita, e dell’universo spazio-temporale che racchiude tutto ciò.
(Kevin Lynch)
L’architettura è la lotta perenne tra l’uomo e la natura, la lotta per sopraffare la natura, per prenderne possesso. Il primo atto dell’architettura è quello di mettere una pietra sul terreno. Quell’atto trasforma uno stato naturale di natura in uno stato culturale; si tratta di un atto sacro.
(Mario Botta)
Monumento ai Caduti di Nassiryia - Roma
Situato di fronte alla Basilica di san Paolo. L’area verde di forma triangolare, compresa tra la via Ostiense, l’ansa sinistra del Tevere e il lato orientale della Basilica, assunse nel 1942 la denominazione di Parco Paolino, trasformata in quella di “Parco Schuster” in omaggio al cardinale Ildefonso Schuster (1880-1954), che resse la diocesi di Milano durante la II Guerra Mondiale.
La nuova sistemazione, realizzata nel 1999 in occasione del Giubileo, è caratterizzata da un gioco di aiuole geometriche, attraversate da un viale che corre parallelo alla via Ostiense. L'area verde è inoltre abbellita da un boschetto di palme, da una fontana e da una grande aiuola di rose rosse. Il parco giochi è ombreggiato da pini, lecci, robinie e allori.
Il parco è stato scelto per la collocazione di un monumento in ricordo dei caduti di Nassiriya. L'opera, denominata "Foresta d'acciaio" ed inaugurata nel marzo 2008, è composta da diciannove menhir di acciaio pieno, alti 4 metri, pesanti ciascuno 8 tonnellate, a simboleggiare i 17 militari e i 2 civili italiani caduti in Irak il 12 novembre 2003. Un percorso interno in marmo nero opaco, tutto attorno alle steli una larga ellisse in travertino bianco. La notte e il giorno. «Le luci che illumineranno il monumento saranno accese - arancione, rosso, violetto - a ricordare l’esplosione, mentre la base sarà bianca, fredda, per significare la spiritualità dell’opera» spiegano lo scultore Giuseppe Spagnulo e l’architetto Lucio Agazzi, che compongono il pool di progettisti che ha vinto il concorso.
La nuova sistemazione, realizzata nel 1999 in occasione del Giubileo, è caratterizzata da un gioco di aiuole geometriche, attraversate da un viale che corre parallelo alla via Ostiense. L'area verde è inoltre abbellita da un boschetto di palme, da una fontana e da una grande aiuola di rose rosse. Il parco giochi è ombreggiato da pini, lecci, robinie e allori.
Il parco è stato scelto per la collocazione di un monumento in ricordo dei caduti di Nassiriya. L'opera, denominata "Foresta d'acciaio" ed inaugurata nel marzo 2008, è composta da diciannove menhir di acciaio pieno, alti 4 metri, pesanti ciascuno 8 tonnellate, a simboleggiare i 17 militari e i 2 civili italiani caduti in Irak il 12 novembre 2003. Un percorso interno in marmo nero opaco, tutto attorno alle steli una larga ellisse in travertino bianco. La notte e il giorno. «Le luci che illumineranno il monumento saranno accese - arancione, rosso, violetto - a ricordare l’esplosione, mentre la base sarà bianca, fredda, per significare la spiritualità dell’opera» spiegano lo scultore Giuseppe Spagnulo e l’architetto Lucio Agazzi, che compongono il pool di progettisti che ha vinto il concorso.
Monumento Nazionale al Carabiniere - TORINO
Riportiamo a seguire alcune interessanti informazioni storiche tratte dal sito dell'Arma dei Carabinieri.
Chi volesse approfondire maggiormente il contesto storico, le motivazioni e gli aspetti organizzativi che accompagnarono la progettazione e l'edificazione del Monumento Nazionale al Carabiniere
Chi volesse approfondire maggiormente il contesto storico, le motivazioni e gli aspetti organizzativi che accompagnarono la progettazione e l'edificazione del Monumento Nazionale al Carabiniere
(...) Avviate le relazioni con tutti i Prefetti, questi interessarono i Comuni e, là dove necessario, le Autorità militari. L'adesione dei cittadini fu plebiscitaria - più significativamente nelle tante oblazioni modeste degli indigenti - com'è dimostrato dagli atti deliberativi dei Municipi, che, raccolti in 93 volumi, si trovano ora custoditi presso il Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri.
Vi parteciparono gli italiani d'America e delle Colonie, nonché la Repubblica di San Marino.
E siccome la somma raccolta si rivelò notevolmente superiore al fabbisogno dell'opera, il tenente generale Petitti determinò che con la cifra residua s'istituisse la "Fondazione del Monumento al Carabiniere Reale" destinata all'assegnazione di quattro premi annui ad altrettanti Carabinieri giudicati più degni (v. Fondazione del Monumento).
L'inaugurazione del Monumento ebbe luogo il 22 ottobre 1933.
Alla benedizione da parte del Cardinale Arcivescovo seguirono i discorsi dei generali Zoppi e Asinari di S. Marzano; prendeva infine la parola il conte Thaon de Revel, primo cittadino di Torino, il quale, nel ricevere in consegna il monumento, affermava che tutta la città, ove l'Arma era stata creata, era compresa del singolare onore fattole nel designarla custode dell'opera, eretta per ricordare attraverso i tempi le glorie dei Carabinieri, "la cui storia più che secolare, scritta tutta di eroismi e di abnegazione in difesa della Patria, del Diritto e della Legge, è, in guerra come in pace, una ininterrotta elevazione, una costante fulgida affermazione di virtù militari e civili".
"Realizzando, con slancio generoso, la resurrezione di questa opera - disse nel suo discorso il Comandante Generale dell'Arma, generale Fedele De Giorgis - Torino ha voluto riconfermare la sua simpatia ed il suo attaccamento ad una Istituzione che vi ebbe i natali ai primi albori del nostro Risorgimento".
Il generale De Giorgis volle anche ringraziare lo scultore Edoardo Rubino, presente alla cerimonia, per aver curato e diretto l'intero restauro, rinnovando alcuni elementi che erano andati perduti.
Vi parteciparono gli italiani d'America e delle Colonie, nonché la Repubblica di San Marino.
E siccome la somma raccolta si rivelò notevolmente superiore al fabbisogno dell'opera, il tenente generale Petitti determinò che con la cifra residua s'istituisse la "Fondazione del Monumento al Carabiniere Reale" destinata all'assegnazione di quattro premi annui ad altrettanti Carabinieri giudicati più degni (v. Fondazione del Monumento).
L'inaugurazione del Monumento ebbe luogo il 22 ottobre 1933.
Alla benedizione da parte del Cardinale Arcivescovo seguirono i discorsi dei generali Zoppi e Asinari di S. Marzano; prendeva infine la parola il conte Thaon de Revel, primo cittadino di Torino, il quale, nel ricevere in consegna il monumento, affermava che tutta la città, ove l'Arma era stata creata, era compresa del singolare onore fattole nel designarla custode dell'opera, eretta per ricordare attraverso i tempi le glorie dei Carabinieri, "la cui storia più che secolare, scritta tutta di eroismi e di abnegazione in difesa della Patria, del Diritto e della Legge, è, in guerra come in pace, una ininterrotta elevazione, una costante fulgida affermazione di virtù militari e civili".
"Realizzando, con slancio generoso, la resurrezione di questa opera - disse nel suo discorso il Comandante Generale dell'Arma, generale Fedele De Giorgis - Torino ha voluto riconfermare la sua simpatia ed il suo attaccamento ad una Istituzione che vi ebbe i natali ai primi albori del nostro Risorgimento".
Il generale De Giorgis volle anche ringraziare lo scultore Edoardo Rubino, presente alla cerimonia, per aver curato e diretto l'intero restauro, rinnovando alcuni elementi che erano andati perduti.